Interviste
Uno spazio dedicato alle interviste, dalle più recenti alle più rappresentative
Un esclusivo Gianfranco Asveri
raccontato in un’intervista condotta e commentata dalla
dott.ssa Giorgia Dargenio
nella sua tesi di Laurea in Scienze dei Beni Culturali, dal titolo “Colore, infanzia, espressione: dalla creatività infantile all’infantilismo in arte”, discussa presso l’Università degli Studi di Milano nell’anno accademico 2020/2021.
...il titolo Abracadabra ha a che fare con la magia?
Asveri: "Abracadabra è un senza titolo, una parola magica, in cui si può vedere quello che si vuole."
Il colore è uno degli elementi essenziali dell’esperienza sensibile dell’uomo. Presente dalla nascita, è protagonista di diverse elaborazioni nel corso della vita di ciascun individuo. Proprio da questa sua pervasività è scaturita la motivazione di un’indagine che, attraverso lo stesso, mettesse in luce il rapporto e il dialogo costante tra due dimensioni fondamentali dell’esistenza umana: natura e cultura, infanzia e maturità.
A conclusione di un’analisi sul ruolo del colore nello sviluppo della percezione e nelle formulazioni creative, tanto infantili, quanto dei grandi artisti che hanno deciso di consacrare il proprio lavoro al recupero delle forme di espressività primitiva, Asveri è presentato come esempio di uno sguardo contemporaneo.
Attraverso la verità semplice, ma profonda, della sua testimonianza diretta, il Maestro ci ospita nella propria pittura e nella sostanza del suo colore, dimostrando quanto natura e cultura si possano riavvicinare grazie al potere del ricordo e a una sensibilità tutta magica, che sono in grado di interrogare la realtà, di sfidare il tempo e di ampliare lo sguardo sul possibile.
“La dimensione del gioco, è accolta da Asveri come la sola a permettere il contatto con la produzione immaginaria, offrendo un luogo privilegiato in cui possono manifestarsi le proprie fantasie inconscie "
"Una magia che sta per esplodere e che si manifesterà come liberazione incontenibile di creatività di ritrovata, innocenza e di condivisibile stupore."